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Fusioni & Acquisizioni: a cosa serve l’Avvocato d’Affari?

M&A: la fase di negoziazione

Avvocato d’Affari.

Quando si fa riferimento alle attività di fusione e acquisizione societaria, meglio conosciute come attività di M&A (Mergers&acquisitions), che hanno ad oggetto intere aziende o solo partecipazioni nelle imprese target nelle predette operazioni, si intende avere riguardo per tutti quei fenomeni, quelle transazioni e quegli accordi mediante i quali si modifica in tutto o in misura rilevante la proprietà di una determinata attività imprenditoriale, svolta in forma societaria.

Nella normalità dei casi, ciò comporta che un’attività di M&A inizi con l’interesse reciproco e manifesto tra due soggetti a favore della eventuale conclusione e sottoscrizione di un accordo in virtù del quale uno di essi trasferisce all’altro, appunto, un’azienda o una partecipazione societaria.

Questa premessa non è di poco conto, se si pensa che sin dall’inizio una trattativa esplica immediati effetti giuridici.

Come, ad esempio, quelli connessi agli impegni assunti dalle parti sia per iscritto sia oralmente (con difficoltà, in quest’ultimo caso, per quel che riguarda l’onere probatorio della controparte).

Tutto ciò senza dimenticare quei doveri inerenti alla responsabilità precontrattuale (tra cui si annovera sicuramente la buona fede delle parti), la quale potrebbe ravvisarsi nel caso in cui la trattativa non andasse poi a buon fine.

Con quali conseguenze?

Sin dal primo contatto i soggetti interessati devono essere consapevoli che la sottoscrizione di un qualsiasi documento può portare effetti giuridicamente rilevanti e vincolanti in capo a chi lo ha firmato (in tal caso è irrilevante il nomen iuris dato all’atto stesso).

Pertanto, sin dall’avvio delle trattative vanno posti in essere “comportamenti” che siano frutto di scelte debitamente ponderate, anche e soprattutto in relazione alle loro conseguenze giuridiche.

Di che parliamo?

Basti pensare in tal senso alla c.d. “lettera d’intenti”.

Con tale documento sottoscritto dalle parti durante la trattativa per la conclusione di un contratto, le stesse:

  • fissano i punti su cui sono già pervenute ad un accordo e
  • disciplinano il prosieguo delle trattative, senza che questo le impegni a concludere il contratto.

Una corretta stesura della stessa, quindi, è assolutamente consigliabile nell’interesse sia dell’acquirente sia del venditore.

Essa  è tanto sostanziale quanto tecnica, in quanto deve fare da ponte tra la fase puramente verbale di una negoziazione e quella di sottoscrizione di un vero e proprio documento contrattuale finale, nel quale inserire tutti i termini definitivi dell’accordo.

Il “Professionista Legale e le Imprese”.

Per quanto sino ad ora detto, Avvocati d’affari e Giuristi d’impresa hanno conquistato la fiducia delle grandi aziende italiane.

Queste ultime, soprattutto se di grandi dimensioni, non riescono più a fare a meno di tali Professionisti.

Secondo l’ultima ricerca di Eversheds – AIGI (Associazione Italiana Giuristi d’Impresa):

  • il 48% delle grandi aziende italiane (una su due) si è affidata all’assistenza di un Avvocato d’affari e di queste otto aziende su dieci sono soddisfatte del lavoro svolto.
  • solo il 24%, invece, è dotata di una struttura con un Giurista d’impresa (tutte appagate dal lavoro svolto dal Professionista interno, ben oltre le aspettative).

Secondo tale indagine, nel caso in cui le aziende abbiano al loro interno un Giurista d’impresa, gli Avvocati d’affari (o semplicemente esterni) si occupano prevalentemente di progetti speciali (operazioni di M&A, per esempio) o specialistici (in materia antitrust o penale, dunque in relazione a contenziosi od arbitrati).

Quando, invece, l’Avvocato interno non esiste, i Professionisti esterni danno supporto anche alle attività quotidiane.

Spaziando tra contratti,  pareri civili oppure ancora in ambito prettamente societario.

Negli ultimi anni, le multinazionali hanno consolidato le loro partnership con Studi esterni.

Il Giurista d’impresa, al contrario, viene visto come un manager sempre più vicino all’amministratore delegato o al direttore finanziario.

Questi è divenuto così il tramite tra i vertici aziendali e i Legali esterni, nell’ottica di processi operativi.

Il mondo del Business, infatti, si incrocia sempre più spesso con le tematiche legali (compliance, governance e proprietà intellettuale).

In tale contesto l’Impresa necessita in misura sempre maggiore di Professionisti altamente qualificati.

Conclusioni

L’esperienza insegna che l’Avvocato d’Affari dev’essere coinvolto sin dall’inizio delle trattative.

Quando?

Già al momento della definizione della lettera d’intenti ed a maggior ragione nella fase successiva di redazione del contratto definitivo.

Tali passaggi sono tutti di uguale importanza ai fini del raggiungimento del risultato definitivo, ma non solo.

E cosa farà?

  • svolgerà un lavoro di “rifinitura” delle diverse bozze del contratto che di volta in volta vengono proposte ed
  • interpreta giuridicamente le richieste operate dalle Parti.

Cosa succede se si ignora questi semplici consigli?

E’ pur vero che in molti casi la stesura del contratto avviene, per volontà dello stesso Cliente, senza l’intervento dell’Avvocato.

Il contratto viene lasciato all’estro estemporaneo di altre figure professionali (prive tuttavia delle necessarie competenze specifiche).

L’improvvisazione sulla materia è un costo che l’Imprenditore (acquirente o venditore che sia) paga in un momento successivo.

Solitamente a seguito di un sanguinoso contenzioso.

Perchè andare Tribunale quando si può definire tutto in sede di redazione del contratto?

Parliamone!

Avv. Giuseppe Bellini

 

 

Fonti:

Barone, “Quasi la metà delle grandi imprese si affida a un avvocato d’affari”, articolo del 25 maggio 2015, su www.repubblica.it;

P. Casucci – S. Latino – G. Limido, “Acquisizioni di aziende e partecipazioni. Aspetti legali e Tributari”, IPSOA, III Edizione, 2010.

 

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