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Rating di legalità: una nuova opportunità per le imprese

Rating di legalità: le imprese ci credono

Introdotto nel 2013 col decreto “cresci Italia”[1], come strumento di promozione della legalità e di comportamenti etici da parte delle imprese, ha conosciuto un’impennata delle richieste[2] nell’anno in corso, specialmente da parte delle imprese attive nei settori dell’edilizia, smaltimento rifiuti, costruzioni, trasporto merci e persone[3].

Per avere un’idea del fenomeno basta rilevare che nei primi tre mesi di quest’anno le richieste inoltrate sono pari a quelle di tutto l’anno precedente (circa 100 al mese).

Detto ciò, in cosa consiste il rating di legalità?

Il rating di legalità è una certificazione rilasciata dall’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato con cui vengono attestati elevati standard di governance, sicurezza e legalità – in capo all’impresa richiedente – attraverso la valutazione di una serie di fattori indicati dal regolamento attuativo[4].

L’impresa che lo ottiene viene anche inserita in un elenco pubblico tenuto dall’autorità stessa e accessibile a tutti dal suo sito web. Il rating di legalità può essere richiesto dalle imprese con i seguenti requisiti:

– sede in Italia;

– un fatturato minimo di 2 milioni di euro nel bilancio d’esercizio dell’anno precedente alla data della richiesta;

– essere iscritte alla CCIAA da almeno due anni;

– soddisfare i requisiti sostanziali del regolamento attuativo.

Passiamo a indicare quali siano i vantaggi conseguenti al rilascio del rating.

Questi riguardano i rapporti con:

la pubblica amministrazione. Le imprese in possesso del rating di legalità saranno privilegiate nella concessione dei finanziamenti attraverso l’assegnazione di almeno uno dei seguenti premi: (i) preferenza in graduatoria, (ii) attribuzione di punteggio aggiuntivo, (iii) riserva di quota delle risorse finanziare allocate (art. 3 d. mef.57/2014);

istituti bancari. Le imprese dotate di questa certificazione hanno una via privilegiata nella valutazione d’accesso al credito da parte degli istituti bancari (art.4 d. mef. 57/2014).

Un esempio di valutazione positiva da parte del mondo bancario, riportato dal sole 24 ore, arriva dalla provincia di Macerata dove un istituto bancario ha già adeguato la propria attività istruttoria in materia di concessione del credito.

Questa banca ha stabilito che: “con il rating a una stella, l’impresa ha diritto a una risposta entro 25 giorni, alla riduzione del 50% delle spese d’istruttoria, alla conferma della classe di merito creditizio e relativa fascia di condizioni. Con il rating a due stelle, la risposta arriva entro 20 giorni, le spese d’istruttoria scendono del 60%, si sale di una classe di merito. Da due a tre stelle, i tempi di risposta si riducono a 15 giorni, le spese istruttorie del 75% e viene riconosciuto il miglioramento di due classi di merito creditizio e relativa fascia di condizioni.” (articolo 11.05.15 de “il sole 24 ore”)[5].

C’è da augurarsi che anche il resto del mondo bancario segua questa linea.

Cosa ne pensa l’Autorità?

Sulla volontà delle autorità preposte a rendere operativo e efficace a tutti gli effetti il rating si evidenzia il comunicato dell’Antitrust del 3 marzo 2015 che, ribadendo il contenuto della norma di riferimento, afferma: ”del Rating assegnato dall’Antitrust, secondo quanto prevede la legge, “si tiene conto in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario”.

In forza della stessa normativa, “gli istituti di credito che omettono di tener conto del rating attribuito in sede di concessione dei finanziamenti alle imprese sono tenuti a trasmettere alla Banca d’Italia una dettagliata relazione sulle ragioni della decisione assunta[6].

L’istruttoria per la concessione del rating, come detto, è affidata all’AGCM che in seguito alla valutazione della documentazione presentata, effettuata secondo i criteri del Regolamento attuativo, concede il rating.

Questo è rilasciato attraverso l’attribuzione all’impresa richiedente di un voto espresso in stellette, da un minimo di una a un massimo di tre (sono previsti anche dei “+”, tre “+” fanno una stelletta).

Per avere una “stelletta”, il titolare dell’impresa e le altre figure apicali non devono avere precedenti penali per i reati di cui al decreto legislativo n. 231/2001 e per i principali delitti contro la pubblica amministrazione nonché per reati tributari.

Inoltre, a carico di queste persone, non deve risultare avviata alcun tipo di azione penale per reati di stampo mafioso.

Riguarda alla posizione dell’impresa, non devono risultare gli illeciti previsti dal d. lgs. n. 231/01, inoltre, non deve risultare condannata nel biennio precedente per illeciti antitrust e in materia di tutela del consumatore.

Gli altri requisiti che le imprese devono rispettare consistono nell’impiegare strumenti tracciabili per pagamenti e transazioni finanziarie (oltre i mille euro), non essere destinatarie di interdittive antimafia, sanzioni ANAC, revoche di finanziamenti pubblici, o provvedimenti per violazione delle norme sulla salute e sicurezza dei lavoratori, essere in regola dal punto di vista retributivo, contributivo, fiscale, assicurativo nei confronti di lavoratori e collaboratori[7].

Per ottenere un punteggio più alto, il regolamento indica altri sei requisiti: due “stellette” se ne vengono rispettati la metà, tre “stellette” se vengono rispettati tutti.

Inoltre una volta certificato il rating è possibile incrementarlo in un momento successivo, ma è anche possibile il contrario, ovvero perderlo dovessero venire meno i requisiti.

La validità del rating è di due anni, dopo deve essere rinnovato a richiesta dell’impresa interessata.

In definitiva, il legislatore ha finalmente messo a disposizione delle imprese oneste uno strumento premiale utile da spendersi sia con la pubblica amministrazione sia con il mondo creditizio, e, più in generale, con tutto il proprio mercato di riferimento.

Le imprese che hanno presentato la richiesta ci credono: per chi volesse approfondire, contattateci all’indirizzo info@studiolegalebellini.eu o fissando un appuntamento chiamando il numero 0331 62 08 24.

Avv. Giuseppe Bellini Dott. Salvatore Familiari

 

[1] Articolo 5-ter del decreto legge n.1/2012

[[2] http://www.agcm.it/component/content/article/8-comunicati-stampa/7647-piu-di-cento-richieste-al-mese-per-ottenere-il-rating-di-legalita.html

[3] http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/29/rating-legalita-antitrust-richieste-raddoppiate-antidoto-corruzione/1379865/
[[4] Approvato con con Delibera del 14 novembre 2012, n. 24075.

[5] http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-11/due-ostacoli-frenano-rating-080454.shtml?uuid=ABncwydD

[6] http://www.agcm.it/stampa/comunicati/7512-antitrust-richieste-in-aumento-per-ottenere-il-rating-di-legalita.html

[7] http://www.agcm.it/normativa/rating-di-legalita/7108-delibera-agcm-del-5-giugno-2014-n24953-regolamento-attuativo-in-materia-di-rating-di-legalita.html